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(04/09/2009 01:58:42) |
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PROFILO PROFESSIONALE
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Il sociologo è un professionista che fonda la sua attività su metodologie e tecniche specifiche
volte allo studio, alla ricerca, alla consulenza, alla progettazione, all’analisi, alla valutazione qualitativa
e all’intervento sui gruppi, sulle organizzazioni e sulle istituzioni sociali.
Per studiare e comprendere i meccanismi che regolano l’organizzazione e le relazioni umane
all’interno delle società contemporanee il sociologo utilizza metodologie specifiche, definisce le
ipotesi di ricerca e gli strumenti più adatti per effettuarla, effettua la raccolta delle informazioni,
elabora i dati raccolti e formula quadri teorici interpretativi dei fenomeni esaminati suggerendo
eventuali interventi.
Può essere richiesto il suo apporto nell’attivazione, gestione e valutazione delle risorse e nella
valutazione dei risultati degli interventi. La professione del sociologo include l’attività di formazione
e di didattica, di consulenza e di certificazione di qualità, di informazione e comunicazione
all’interno o fra le organizzazioni. Prevalentemente il sociologo lavora in collaborazione con
altri professionisti e si avvale del contributo di economisti, statistici, psicologi, pedagogisti, assistenti
sociali, informatici, antropologi, giuristi.
Il sociologo, oltre l’ambito universitario, può operare nell’insegnamento scolastico, nelle attività
di formazione e di orientamento professionale. Nel campo amministrativo, nello stato e negli
enti locali, può svolgere compiti di carattere gestionale. Nei servizi sociali del Servizio Sanitario
Nazionale, ricoprire ruoli di dirigente, coordinatore e collaboratore. In ambito privato può essere
impiegato come addetto agli uffici del personale (selezione), al settore commerciale (marketing),
a quello della formazione e aggiornamento del personale e alla gestione delle relazioni
industriali entro singole aziende.
In qualità di libero professionista può svolgere attività di consulente e di ricercatore per indagini
di mercato, sondaggi di opinione, ricerche demoscopiche, indagini valutative della qualità dei
servizi sociali, studi di casi propedeutici allo svolgimento di successive e più ampie ricerche.
Al sociologo è richiesto soprattutto di essere in possesso di conoscenze scientificamente controllate.
La sociologia infatti studia la società umana e il comportamento sociale partendo dall’analisi
dei gruppi e delle istituzioni e organizzazioni sociali, religiose, politiche e lavorative a
cui gli uomini hanno dato vita, fornendo teorie e modelli dei modi nei quali esse operano e si
comportano. Tali informazioni e schemi interpretativi possono contribuire a orientare e valutare
le azioni della Pubblica amministrazione, delle imprese, delle forze sociali.
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(04/09/2009 01:48:47) |
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CREATIVITA' ARTE E COMUNICAZIONE NEL MULTIMEDIALE ARTI VISIVE E ARTETERAPIA
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Programma 1A parte dei lavori 10.00 – 13.30
RELATORI
Gianfranco Pecchinenda, Preside della Facoltà di Sociologia Università degli studi di
Napoli “Federico II” “Introduzione dei lavori”;
Pietro Zocconali, Sociologo, Presidente nazionale ANS, “La professione del sociologo”;
Giancarlo Ianuario, Sociologo, scultore, Direttore responsabile del Laboratorio di sociologia
ANS di Napoli –“Creatività, Arte e Comunicazione”;
Emanuele D’Acunto, Sociologo, Presidente Dipartimento Campania, “La professione del
sociologo in Campania”;
Camillo Capuano, Sociologo, direttore rivista di Sociologia, “La società…in rete”;
Gianfranca Ranisio, Antropologa, Università degli studi di Napoli “Federico II”, “Forme di
creatività: arte e artigianato”;
Luigi Caramiello, Sociologo, Università degli studi di Napoli “Federico II” “
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http://www.facebook.com/event.php?eid=147985445907 |
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(26/07/2009 19:12:31) |
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CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE 1° TROFEO “UN CALCIO ALLA PEDOFILIA”
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INTERVENTO RESPONSABILE DEL COMITATO SCIENTIFICO
Nella mia veste di responsabile del comitato scientifico di questa manifestazione ho il compito di sottolineare come, l’aspetto ludico e ricreativo del Trofeo, sia solo ciò che più immediatamente appare.
In realtà esso è lo strumento che abbiamo ritenuto più opportuno per portare all’attenzione dell’opinione pubblica un tema, come quello della pedofilia, su cui si dibatte da anni, ma che ancora registra atteggiamenti mentali dettati più dall’emozione che dalla razionalità che può scaturire solo da una seria conoscenza di questo che ormai è diventato un vero e proprio fenomeno sociale.
Non è questa la sede per elencare dati statistici che, peraltro, sono facilmente reperibili attraverso il web; il nostro intento, in realtà, è quello di fissare dei concetti precisi da cui possano scaturire strategie efficaci.
Anche se in modo etimologicamente inesatto, con il termine pedofilia, nell’immaginario comune, si identificano tutte quelle persone che compiono abusi e violenze psico-fisiche su soggetti che non abbiano ancora raggiunto la maturità sessuale.
Per ciò che concerne la nostra attività, non è importante se il disturbo sia da considerarsi, secondo i canoni della psicologia, latente, attivo o killer se cioè tale disturbo resti una fantasia erotica, si trasformi in veri e propri atti di violenza o, ancor peggio, si concluda con l’omicidio della vittima; il nostro intento principale è quello di stimolare un vero e proprio cambiamento culturale poiché ci preoccupa notare come ancora troppo spesso vi sia un malcelato timore ad affrontare determinati argomenti.
Come il primo passo terapeutico di un alcoolista è quello di alzarsi e dire in pubblico “salve, sono Mario e sono un alcoolista”, testimoniando così di aver preso coscienza della sua malattia, così la nostra società nel suo insieme istituzionale, politico, religioso e civile, dovrebbe avere il coraggio di ammettere apertamente, pur senza pericolose generalizzazioni, che la pedofilia è un male che esiste con numeri impressionanti.
Non è più possibile girarsi dall’altra parte pensando così di mettere a tacere la propria coscienza; i bambini sono un tesoro inestimabile di continuità storica del nostro essere e non possiamo definirci una nazione culturalmente all’avanguardia se non riusciamo a tutelare prima e dopo quei piccoli corpi martoriati non tanto quanto le anime che contengono.
Sottolineo il prima e il dopo perché la nostra deve essere un’azione di prevenzione, in quanto sappiamo da importanti studi scientifici che vi è la possibilità di individuare “segni premonitori” importanti, e un’azione di tutela successiva all’abuso.
Né il minore, né l’intero nucleo familiare devono essere lasciati soli a subire, spesso, la vergogna e il dolore; dobbiamo immaginare percorsi che sappiano curare non tanto le ferite del corpo quanto quelle dell’anima che, quando lasciate andare in putrefazione, producono effetti devastanti.
Quali sono le azioni più idonee a raggiungere questi scopi? Sicuramente un’accurata informazione ai minori in età scolare per introdurli al concetto di abuso; molto interessanti in questo senso si sono rivelate le tecniche di role-play attraverso le quali i bambini acquisiscono capacità di parlare, confrontarsi, discutere.
Ancora informazione ai genitori dei minori e agli insegnanti perché imparino a riconoscere i segni rivelatori di un disagio e, soprattutto, non abbiano timore a parlarne agli esperti.
E infine, è bene ricordarlo, promuovere e sostenere manifestazioni come questa che mettano in circolo idee, concetti, proposte, esperienze.
Merita a questo punto una citazione a parte il discorso che riguarda i casi di false accuse di abuso su un minore; non faremmo un buon lavoro di informazione se non tenessimo conto di un altro fenomeno sociale che sta pericolosamente prendendo piede e cioè quel fenomeno legato alla cosiddetta “Sindrome della Madre Malevola”.
Accade infatti sempre più frequentemente che, in concomitanza con una causa di separazione dei coniugi, vengano improvvisamente fuori accuse di abusi perpetrati, generalmente dal padre, a danno di figli minori al solo scopo di ottenere uno screditamento della figura paterna e una più vantaggiosa distribuzione del patrimonio familiare.
In questi casi, quasi sempre, manca un riscontro oggettivo della presunta violenza e, quindi, tutto è affidato alla professionalità di chi è preposto all’ascolto del minore abusato; in presenza di precisi protocolli non dovrebbero esserci problemi se non fosse che, a volte, anche i professionisti più seri e preparati subiscono forti pressioni emotive e cedono alla tentazione di creare a tutti i costi “il mostro” anche perché questo li fa stare più tranquilli con la loro coscienza.
E’ sempre difficile camminare lungo la giusta via quando il terreno è impervio e insidioso; questo è il motivo per cui, in questo contesto, le parole interdisciplinarietà e pianificazione assumono un significato determinante.
Interdisciplinarietà perché solo diversi saperi possono arrivare ad una analisi esaustiva del fenomeno, delle sue origini, della sua evoluzione, della sua gestione, delle misure cautelative da applicare; pianificazione perché solo organizzando su larga scala informazione, formazione, ascolto, tutela e prevenzione possiamo pensare di arginare in maniera adeguata il fenomeno della pedofilia.
Napoli, 25.05.09
Dott.ssa Maria Carmela Inverno
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http://loravesuviana.wordpress.com/2009/05/22/contro-la-pedoflia-diamoci-un-calcio-liniziativa-organizzata-dal-criminologo-e-garante-regionale-per-linfanzia-gennaro-imperatore-gennaro-iezzo-il-superportiere-e-il-testimonial/ |
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(26/07/2009 18:50:28) |
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PROBLEMATICA ESCLUSIONE SOCIOLOGI DAI BANDI DI CONCORSO
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E' con grande soddisfazione che vi annuncio l'esito del colloquio intercorso con il dirigente del Consorzio dei Servizi Sociali dell'Alta Irpinia, Dr. Giuseppe Del Giudice a proposito dei bandi di concorso che vedevano l'esclusione della figura del sociologo.
Per evitare l'annullamento dei bandi in questione che, comunque, non avrebbe portato a nulla, se non ad un inasprimento dei rapporti, abbiamo raggiunto una mediazione che prevede la firma, tra il Consorzio e l'Associazione Nazionale Sociologi, di un protocollo d'intesa attraverso il quale il primo prenderà atto della descrizione del profilo professionale del sociologo e si impgnerà, dal prossimo bando utile, ad inserire un congruo numero di posti riservati ai sociologi.
Tale firma verrà apposta giovedì 16 luglio presso la sede del Consorzio; sarà mia cura fornirvi il testo integrale del protocollo d'ntesa che, spero, possa essere solo il primo di una lunga serie.
Se avete notizia di altri bandi simili, comunicatemelo ed agiremo nello stesso modo.
A presto!
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