La denominazione di questo progetto rende perfettamente l’idea dello scopo principale che con esso si vuole raggiungere; la “paideia” rappresentava, infatti, nell’antica Grecia, un modello educativo che intendeva garantire un perfetto inserimento del fanciullo nella polis attraverso una armonica e parallela cura del fisico e della psiche passando per una interiorizzazione dell’ethos, inteso come sommatoria dei valori universali e condivisi che costituiscono una comunità.
Rileggere la “paideia” in chiave attuale ci consente di individuare nuove strategie formative, educative e di sostegno volte ad intercettare per tempo l’ormai diffuso malessere adolescenziale che troppo spesso sfocia in comportamenti devianti o in patologie individuali.
Questo percorso di analisi, progettazione, valutazione e soluzione deve avvenire nella scuola perché essa si è sostituita, suo malgrado, alla principale agenzia di socializzazione che è la famiglia ed anche perché, purtroppo, i ragazzi non riescono a leggere la validità del suo intervento formativo, educativo, comunicativo ed il patrimonio culturale che essa investe e tramanda.
La nostra mission è quella di trasformare la scuola in una “comunità educante” che favorisca condizioni di equilibrio, armonia, auto-consapevolezza e stima di sé; tale obiettivo è da raggiungere attraverso una piena collaborazione con il corpo docente e con tutti gli operatori scolastici che, attraverso una specifica formazione, potranno migliorare la loro capacità di intercettare il disagio adolescenziale e comunicarlo agli esperti senza enfatizzarlo o, peggio, ritenerlo a priori patologico, ma imparando a considerarlo una tappa salutare di quel viaggio verso l’equilibrio psico-fisico da garantire agli alunni anche sforzandosi di superare le fisiologiche crisi da burn-out cui sono sempre più soggetti.
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